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ANDREA BUSI -GRAFICA E WEB

Ciao. Se state leggendo questa pagina vuol dire che la mia tecnica di posizionamento del sito ha funzionato. Vi starete chiedendo: perché il sito di questo Andrea che si occupa di comunicazione è così scarno e senza un aspetto estetico accattivante? Per essere trovato in Google. Un sito web non è una brochure, non è una rivista né un catalogo. I motori di ricerca danno importanza quasi solo al testo. Non danno importanza alle animazioni, alle belle foto o ai video (se non in minima parte). Men che meno all’aspetto estetico accattivante. Per essere trovato in Google in maniera “naturale” (cioè senza ricorrere a scorciatoie a pagamento come Google Adwords) bisogna usare testi originali, creativi e ben scritti. Le dispendiose scorciatoie “pay” per fare in modo che il vostro sito sia in prima posizione sono tra l’altro non apprezzate dagli utenti che sfuggono con lo sguardo i risultati di ricerca in evidenza come quelli di Adwords e prediligono i risultati “naturali”.

 
Se non siete in prima pagina su Google per parole chiave molto cercate nel vostro settore non esistete. Tanta grafica in un sito vuol dire tanto codice, quindi più peso delle pagine e spazio rubato al testo, che è quello che interessa a Google. Tutti gli studi dimostrano che gli utenti leggono bene solo con testo nero su bianco, sia online che su carta.

Vi siete mai chiesti perché Google ha battuto Bing e Yahoo? Perché Google non ha nulla sulla propria pagina iniziale se non la barra di ricerca. Gli altri due hanno la homepage piena di link. Google è essenziale, pulito, estremamente semplice. Il marketing è ben riuscito non quando non c'è più niente da aggiungere, ma quando non c'è più niente da togliere.

Avere un bellissimo sito esteticamente parlando ma che nessuno trova è inutile. Una cattedrale nel deserto. Considerate che essere sulla quarta pagina dei risultati di Google ed essere alla milionesima è uguale. Quasi mai gli utenti vanno oltre la seconda/terza pagina.


Ma non sono solo i motori di ricerca a “volere” i siti così. Non è vero che gli utenti online non leggono e la prima cosa che guardano di un sito sono le immagini. Quando trovano qualcosa che gli interessa, risolve un loro problema o li incuriosisce molto, qualche minuto per leggere lo trovano. Di certo non perderanno tempo a guardare un’animazione.

Questo sito ha una larghezza fissa di un tot non a caso. Gli utenti faticano a leggere testi più larghi di una ventina di parole.

Inoltre un sito web non è un videogioco. La gente vuole informazioni e soluzioni ai problemi, non perde tempo a tentare di capire come si naviga un sito con una interfaccia 3d. Ho visto pochissimi casi in cui il 3d è stato utile sul web, a parte i videogiochi online: progetti architettonici, medici, ingegneristici.


Ma i nemici del web sono anche le piattaforme gratuite di creazione siti come Wordpress, sicuramente intuitive e senza bisogno di particolari competenze ma non illudetevi che una volta online il vostro sito venga trovato. Queste piattaforme sono insicure (“bucarle” è un gioco da ragazzi per un programmatore mediamente esperto), pesanti e introvabili dai motori di ricerca. O meglio, il vostro sito sarà in 100esima posizione di Google, che è come dire che non esisterà. Un sito programmato a mano è come un vestito fatto su misura da un sarto, è molto sicuro e trovabile dai motori di ricerca.

E’ chiaro che se fate da soli un sito in Wordpress o piattaforme gratuite simili (o al massimo 100 euro se si vuole togliere “Wordpress” dal nome del proprio sito) e vi chiamate www.ilvostronome.it e vi occupate di ascensori, se digitate su Google “vostro nome, vostro cognome, ascensori” salterete fuori. Ma nessuno vi cerca così, salvo non vi conosca già.


Creare un blog aziendale è sicuramente una mossa vincente per un’azienda, ma farlo con piattaforme come Blogspot o simili ha lo stesso problema dei siti web fatti con questi strumenti: non lo troverà nessuno. Anche il blog aziendale va scritto a mano a codice se volete avere la (quasi) certezza che venga trovato. Il Copywriting (in parole povere “l’arte di saper scrivere”) è fondamentale per i primi posti nelle ricerche di Google. E va affidato a professionisti, non è come scrivere messaggi su Whatsapp! Ricordatevi che una pagina social aziendale non vale nulla senza un sito web. Non la troverà nessuno.

Adesso arriviamo all’argomento “re” del web: i siti ecommerce, ossia quelli destinati alla vendita online. Dal 2000 circa si sente dire che sono il futuro, vendere online ha un sacco di vantaggi e porta a guadagni sicuri. Niente di più falso.

Un sito ecommerce fa parte della famiglia dei siti “dinamici” ossia quei siti dove gli utenti hanno la possibilità di commentare, iscriversi con user e password e compra-vendere. Oppure quelli in cui si possono fare operazioni finanziarie, cercare informazioni con dei filtri (case, prezzi confrontati, giornali online, portali di film in streaming…) o “bacheche” in cui si può pubblicare il proprio annuncio. Ma la triste verità è che questi tipi di siti servono solo in pochissimi casi: banche, assicurazioni, enti pubblici o privati, organi d’informazione (e non verranno da me perché un sito ce l’hanno già e comunque lo chiederebbero a qualche multinazionale).


E l’altra triste verità che nessuno ammette è che per ogni migliaia di siti ecommerce che aprono, solo uno ha successo e guadagna molto. Il motivo è semplice: Amazon ha ormai il monopolio della vendita online e qualsiasi prodotto proporreste sul vostro ecommerce lui ce l’avrebbe già e avrebbe una credibilità infinitamente maggiore della vostra per il pubblico (ammesso che riuscisse a trovarvi su Google). Inoltre avreste bisogno di investire milioni di euro in pubblicità (non sto esagerando) per battere Amazon. Negli altri settori di ecommerce come l’immobiliare, il turismo e siti di confronto prezzi e annunci avreste una concorrenza spietata per lo stesso motivo di Amazon: i giganti del web hanno ormai il monopolio di questi tipi di servizi.

E’ ovvio che se vi chiamate Nike, Adidas, Gucci eccetera un ecommerce probabilmente venderà e anche tanto. Ma solo in quei casi. Nel mondo nascono un sacco di siti ecommerce ma un sacco chiudono. Se volete provare a vendere un vostro prodotto vi consiglio di metterlo direttamente su Amazon, ovviamente corredato da un sito web (non ecommerce) che ne linki la pagina corrispondente.

E’ vero che sempre più gente compra online, ma su Amazon, su Immobiliare.it, su Zalando. Se domani 1000 persone in più compreranno online rispetto ad oggi saranno 1000 clienti in più per questi giganti del web, non saranno di certo nuovi clienti per nuovi ecommerce.

Inoltre, è comprovato che la gente preferisce comprare certi prodotti di persona, ad esempio vestiti, gioielli, prodotti d'arredamento.


La filosofia dell'ecommerce che si è radicata nella gente (guadagni facili, poco sforzo) è uguale al trading online e tutte le altre forme di guadagno falsamente semplice nate con il web. Non esiste il guadagno facile senza rischi, senza studio, senza fatica.

Quindi è meglio concentrarsi sui siti cosiddetti “statici”. Ossia quei siti in cui l’utente può solo leggere, non può commentare, iscriversi o compra-vendere. Questo vuol dire (come detto) molta più possibilità di essere trovati in Google, velocità di caricamento e zero spam (commenti offensivi e denigratori). Se gli utenti vogliono commentare lo faranno sulla vostra pagina social. Aggiornare un sito statico non è così facile e intuitivo, serve un minimo di conoscenza di codice. Ma con un breve tutorial ci si può riuscire.


Vi sarete anche chiesti perché questo sito ha una pagina sola: perché se avete un sito di 200 pagine i vostri utenti ne guarderanno al massimo 2 o 3 (io ad esempio carico i miei lavori su Instagram, non avrebbe senso metterli anche qui e appesantire inutilmente il sito). Se avete un video aziendale di 1 ora guarderanno al massimo 2 o 3 minuti. Oltretutto lo spazio e il tempo costano, quindi 30 secondi in TV, uno slogan di 4 parole, un breve testo su un manifesto sono molto più difficili da impostare in modo efficace rispetto a un film, un documentario, un libro, una canzone in cui si ha molto più spazio e tempo. Ricordatevi che le prime parole di un sito, uno spot (i primi secondi) o un paragrafo sul cartaceo sono quelle fondamentali. Oltretutto su Youtube gli utenti sono "costretti" a guardare uno spot per pochi secondi prima di poterlo saltare e guardare il video che gli nteressa, quindi a maggior ragione sono fondamentali quei primi secondi.

Il grassetto è molto importante per l'occhio degli utenti, lo aiuta a ricordare e focalizzare i concetti chiave.


L’altro luogo comune per eccellenza cioè “Il cartaceo è morto” è un altro mito da sfatare. La pubblicità cartacea ha una forte credibilità e funziona se fatta bene. Altro discorso è la TV. Negli ultimi anni ha perso molti telespettatori a causa della nascita del web ma anche per un motivo apparentemente banale: appena parte la pubblicità quasi tutti cambiano canale. Non è nemmeno un discorso etico-morale di ambiente. Non è vero che la carta fa più male all’ambiente del web.

Effetti speciali a rotta di collo, sceneggiature banali e stereotipi sono grandi nemici dei video. Anche le grandi aziende hanno fatto errori enormi in questo senso e hanno perso clienti.
Ma è meglio investire tempo e soldi su un blog scritto o un canale Youtube? Meglio un blogger o uno Youtuber per un’azienda? Direi un blogger, per una serie di ragioni:

- I video online sono facilmente scaricabili e falsificabili (deepfake). Immaginate un vostro video dove parlate di tutt'altro! Come quando trovate il vostro viso su un altro corpo (succede con foto prese dai social).Questo crea un danno di immagine e spesso non ci si accorge del falso video: internet è immenso.

- Come gli ecommerce ormai sono troppi e non c’è più spazio per nessuno se non per Amazon e Company, anche i video ormai sono troppi e sgomitare per la visibilità su Youtube è sempre più difficile (scorciatoie “pay” a parte).

- A differenza dei video, i testi sono trovabili molto più facilmente da Google. Per esso un video di un’auto che corre o di un politico che parla sono uguali mentre due testi sono completamente diversi. Google non riesce a distinguere due video (titolo a parte) mentre due testi si. Nel caso dei motori di ricerca non vale la frase “Un’immagine vale più di mille parole”. Per loro è il contrario.

- Quando l’utente trova un articolo che gli interessa e in particolare qualche frase, tende a rileggerlo magari per mostrarlo a qualcuno. Nel caso di un video dovrebbe andare a pescare esattamente il punto dove parliamo di quello che gli interessa ed è più scomodo di un testo.

- Un testo dà la possibilità agli utenti di riflettere su ciò che stanno leggendo e molto spesso trasmette più credibilità di un video. Un professionista, per quanto bravo oratore, quando gesticola e parla può dar l’impressione di star “imbonendo” il pubblico. Questo è anche il motivo per cui la gente preferisce leggere un articolo o un libro, non ascoltarlo. Preferisce sfogliare dei prodotti (su carta o su un sito), non aspettare che appaiano in un video uno dopo l’altro. Se così non fosse tutti i giornali, i siti e le riviste sarebbero morti con l’arrivo di Youtube.

- Google stesso offre Adwords come servizio a pagamento per farsi trovare, cioè testo, parole chiave. Non è un caso, perchè nel web il re è il testo.


 
L’aspetto estetico serve invece nel caso della Landing Page. Secondo Wikipedia: “Una landing page, nel web marketing, è una pagina web specificamente strutturata che il visitatore raggiunge dopo aver cliccato un link o una pubblicità. Questa pagina è appositamente sviluppata per trattare specifici argomenti: mostra contenuti che sono un'estensione del link o della pubblicità ed è ottimizzata per una specifica parola chiave, o frase, per "attrarre" i motori di ricerca. È l'elemento cardine di qualsiasi attività di web marketing perché permette di trasformare gli utenti in clienti.”

Quando l’utente clicca un banner sarà indirizzato su una pagina senza navigazione ma con un solo invito all’azione (“Richiedi informazioni”, “Contattaci”, “Richiedi un preventivo”) senza passare dalla homepage del sito. Una landing page viene creata per raggiungere un obiettivo preciso, non presentare l’azienda (scopo invece del sito web). Sito, landing e social sono il trio vincente del web marketing.

C’è poi l’email marketing. Se fatta bene, con una scrittura creativa ed efficace (come per il sito web il fulcro non è l’estetica ma il testo) può essere un’ulteriore arma vincente. Anche se nell’immaginario collettivo è associata allo spam (le email indesiderate) così non è, basta farlo in modo intelligente e non tartassante.

 
Ho sempre consigliato di scegliere di fare marketing su un solo media. E’ meglio essere il re su un solo media che un signor Nessuno su tutti i media.

Per “vincere” bisogna offrire un prodotto o un servizio che nessun altro offre o fallirete. E’ una regola che esiste dall’età del bronzo, anche da prima forse. Avere un blog aziendale che parla di cose di cui nessuno parla, che solo voi conoscete. Non dovete offrire le stesse cose di altri al minor prezzo, è una tecnica sbagliata che vi porterà solo al fallimento.

Fondare la propria attività sull’abbassamento dei prezzi è sconsigliato da tutti gli esperti.

Non conta cosa piace a voi, al vostro coniuge o al vostro capo. Conta cosa piace al pubblico.

Senza marketing fatto da un professionista un prodotto o servizio è destinato a morire, a meno che non siate l’unico negozio o bar nel vostro paesino e tutti vi conoscono già e vengono da voi.

Il marketing deve essere come il prodotto: unico. Per potersi distinguere dalla concorrenza.


 
Non accetto progetti quando capisco che falliranno. Non voglio clienti che mi danno la colpa per siti ecommerce/dinamici che non vendono, video senza visualizzazioni e pagine social senza follower. Ho detto no a parecchi ecommerce che mi hanno chiesto, parecchi loghi e video che il cliente voleva “brutti”. Qualcun altro li ha fatti e adesso hanno chiuso. E i proprietari sono indebitati fino al collo. Non accetto ricompense da fame.

A dimostrazione delle teorie che ho fin qui esposto:

- I siti web e blog di maggior successo (non posizionati a pagamento su Google) sono quelli di puro testo nero su bianco, con pochissima grafica (Wikipedia, Jakob Nielsen, Aranzulla, …)

- I prodotti di maggior successo sono quelli che offrono un servizio o prodotto migliore e/o unico e diverso rispetto agli altri, non quelli che costano meno (Google, Apple, Microsoft…).

- I film considerati dalla critica i migliori e di maggior successo sono quelli senza o con pochi effetti speciali (Il Padrino, Casablanca, Quarto potere…) ma che puntano sulla persona, ossia sulla bravura degli attori e l’originalità della sceneggiatura. Stessa cosa gli spot e i video di maggior successo. Molti film e spot (o video) sono orribili ma hanno fatto successo. Perché erano unici, pur nella loro bruttezza.

- I CV più guardati dalle aziende sono quelli che si differenziano dagli altri, come qualsiasi prodotto o servizio. In questo caso, al contrario del sito web, conta maggiormente l’estetica, almeno per essere letto, come la copertina di un libro, una rivista o un catalogo. Un CV formato europeo non funziona più da anni.

Non accetto progetti che comprendono gioco d’azzardo, pubblicità ingannevole e stereotipi di genere (la famiglia felice, la donna che pulisce casa, figure sessualizzate…).

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Di cosa mi occupo:

- materiale cartaceo (opuscoli, biglietti da visita, manifesti…)
- creazione CV professionali
- loghi
- packaging (progettazione confezione di prodotti)
- lezioni private di informatica, grafica, web marketing, programmazione web
- siti web
- blog aziendali / copywriting
- video aziendali
- gestione pagine social
- fotografia
- campagne banner online / landing page
- campagne di email marketing

(NB Non ho la partita IVA)

Abito a Brescia, ma mi potete contattare da qualsiasi città. Il vantaggio dell'online è che non per forza si devono fare progetti per chi abita nella stessa città.

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